LA DISEDUCAZIONE AFFETTIVA – L’approccio alla sessualità nei nativi digitali

LA DISEDUCAZIONE AFFETTIVA

L’approccio alla sessualità nei nativi digitali

È un tema di cui quasi nessuno ne vuole parlare, è un tema scomodo, difficile da trattare in famiglia, per niente a scuola, spesso male tra amici. La pornografia digitale.

Per tante generazioni di ragazzi è ormai la principale forma di educazione sessuale. Anche gli adulti la usano e come risultato l’industria del porno è diventata un vero impero. Centinaia di milioni di uomini e in misura minore di donne, visitano sul mondo web siti pornografici ogni giorno. Lo stesso, ogni giorno legioni di adolescenti armati di smartphone cercano risposte a domande di questa età. Uno studio recente condotto negli Stati Uniti afferma che più di tre quarti di minorenni intervistati sono consumatori di pornografia on line e l’età media è 12 anni. Ancor più, gli attori del porno sono vittime di sfruttamento e schiavitù. Un quarto delle ricerche su Google ha a che fare con contenuti pornografici. È una vera emergenza educativa e parlarne è una necessità:  mai nella storia questo fenomeno ha raggiunto dimensioni come quelle attuali. La pornografia digitale produce e distribuisce una quantità di materiale sessuale così grande da trasformare la percezione collettiva delle relazioni intime, in particolare per quel pubblico di giovani che riduce l’atto sessuale a un atto meccanico privandolo di desideri, sguardi, complicità e curiosità del corpo e mente dell’altro. La cronaca ci consegna una casistica di stupri , violenze, ecc.

Il fenomeno è globale e merita di essere esplorato. Non è una questione morale, ma sociale e civile.

Possiamo delegare alla pornografia l’educazione sessuale dei giovani?

Parliamone.

Il libro di Lilli Gruber ” Non farti fottere ” edito da Rizzoli è una chiara denuncia di questo supermercato del porno online dove l’autrice ha perseguito una profonda ricerca mettendo in luce molti aspetti anche economici che derivano da queste piattaforme. Resta, al lettore, una viva prima reazione: parlarne.

Il consultorio non è sordo a questo grido. Il progetto Affettività che portiamo avanti da parecchi anni presso i plessi scolastici di primo grado ( quarta e quinta elementare ) comprende un incontro sulla sessualità offrendo così ai ragazzi una prima  forma di protezione e difesa dalle insidie del mondo digitale. Forse non tutti saranno al riparo. Auspichiamo come operatori che questo progetto si arricchisca di contenuti da fornire a quante più fragili menti affinché…”non si facciano fottere”

 

 

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