Carissime e carissimi, farci gli auguri per le festività pasquali non è solo un rito, ma un piccolo esercizio di affidamento al Risorto. A Natale è più facile: una vita che nasce, un bambino, una famiglia, tutti abbiamo dei ricordi, delle nostalgie. A Pasqua le cose sono diverse: qui è la vittoria della vita sulla morte, il grande nemico che inquieta e avvelena le nostre giornate è stato sconfitto. Sembra incredibile, ma è così. Il cuore fa fatica a star dietro alla buona notizia, per questo bisogna allenarsi contro ogni evidenza contraria.
La speranza, la gioia e il coraggio ci vengono da Cristo che muore in croce e risorge e che da duemila anni è contemporaneo alla nostra storia. Entra nelle nostre vite, ci accompagna anche quando non ce ne accorgiamo, è l’amico dei tempi oscuri e il compagno dei giorni sereni.
Il giorno di Pasqua ci invita al cambiamento, ci chiede di diventare donne e uomini nuovi. Rinnovarsi significa avere la volontà di mettersi in gioco in prima persona, di dare un contributo affinché le storture, le diseguaglianze e le ingiustizie piccole e grandi possano essere superate.
Non ci può essere futuro in un mondo in cui prevale l’individualismo. Partiamo da noi, dal nostro piccolo e facciamo cose grandi per tutti. Si può allora avere il coraggio di alzarsi ogni mattina per andare a lavorare, ritenere che il nostro lavoro, per quanto umile e nascosto, sia efficace per rendere migliore la società. Si può sempre ricominciare ad amarci e i fallimenti dell’amore e nell’amore possono diventare i momenti e le opportunità di crescita in un amore sempre più consapevole e più maturo. Si può insegnare, curare, ma anche tenere bene la casa, cantare, dipingere, assaporare la gioia delle vacanze, godere della bellezza delle aurore, dei colori dei tramonti: tutto rientra nella forza immane che Gesù, attraverso la sua risurrezione, ha fatto sfociare nelle nostre esistenze.
Io auguro a noi occhi di Pasqua
capaci di guardare
nella morte fino alla vita,
nella colpa fino al perdono,
nella divisione fino all’unità,
nella piaga fino allo splendore,
nell’uomo fino a Dio,
in Dio fino all’uomo,
nell’io fino al tu.
E insieme a questo, tutta la forza della Pasqua!
(Klaus Hemmerle, vescovo di Aquisgrana 1929-1994)
Un augurio diventa allora l’occasione per rigustare la dolcezza del cuore del Vangelo: è veramente risorto, la morte non fa più paura. La Risurrezione è speranza, è gioia, è coraggio.
A tutti il mio augurio di BUONA PASQUA
Don Michele